sabato 31 gennaio 2015

Intervista: Los Amigos de Cervantes

Ringrazio Simonetta Ferrante che ha reso possibile questa intervista
e gli amici del sito Los Amigos De Cervantes per la loro ospitalità!

http://losamigosdecervantes.com/category/caligrafia/

Di seguito l'intervista. Potete trovare al link lo stesso testo in lingua spagnola.

Il testo affronta non solo il tema "calligrafia" 

in senso artistico e professionale ma anche 

in ambito scolastico, le problematiche 

in merito alla brutta grafia sempre più diffusa 

nei giovanissimi e giovani, le conseguenze 

nella loro vita di studenti. 

Un tema a me molto caro.


Non è breve, ma è un argomento importante!

Sempre più persone se ne occupano perchè 

ci si sta accorgendo dell'urgenza, gravità 

e vastità del problema.


Alex Barocco



­­­Come e perchè ho iniziato a imparare e fare e applicare la Calligrafia

Mi sono diplomata all’Istituto Europeo di Design di Milano (IED) nel 1988
con una specializzazione in illustrazione e grafica, e, fin da bambina,
la comunicazione visiva attraverso l’arte e il disegno è stata per me quasi
un bisogno vitale. Un disegno tendenzialmente figurativo che, con il trascorrere del tempo, 

si è trasformato in un tratto simbolico.

Conseguentemente a interessanti esperienze presso vari studi di progettazione grafica, 

è cresciuta sempre di più in me una grande passione per i caratteri tipografici e la scrittura; 
passava il tempo, il digitale avanzava, ero diventata una graphic designer ma nonostante la tecnologia, continuavo a disegnare i miei logotipi a mano, progettavo e facevo ricerca prima
di lavorare al computer.

Lo studio della calligrafia, iniziato nel 2004, unita all’illustrazione simbolica, in seguito mi ha dato la possibilità di creare nuove soluzioni e sorprendenti impatti visivi.
Così posso dire di dipingere i miei progetti e scrivere le mie tele!

Oggi nei miei progetti grafici vi sono sempre “segni” calligrafici e gestuali;
sulla superficie delle mie tele, oltre al colore come protagonista come la mia esperienza di grafica mi suggerisce, vi è sempre una vasta sperimentazione calligrafica, una poesia, un testo “vissuto”, un nome trasformato in pittura.




Come è cambiato il tuo modo di fare grafica o arte dopo l'incontro con la calligrafia


Dopo 25 anni di graphic design, solo la calligrafia mi ha permesso di realizzare
uno dei miei sogni: comunicare agli altri il mio sapere.
Per cui mi sto specializzando sempre più in questa direzione.
Amo insegnare, quando sono in classe sono felice e non lo nascondo,
anzi lo dimostro ai miei studenti, credo, con entusiasmo.
Ottenere più di 45 minuti di silenzio in una classe di quattordicenni
è, di questi tempi, un grande risultato e sono rimasta sorpresa anch’io,
al momento.
Ma il merito non è stato mio! Il merito è sempre della calligrafia, il modo straordinariamente naturale di lasciare la propria traccia, unica, inconfondibile, nostra. La comunicazione per eccellenza.

I corsi per principianti sono i miei preferiti perchè prendi davvero per mano
le persone e le guidi verso la direzione corretta. Lo scopo è aiutarli
ad individuare la LORO strada di maturazione, filtrata e disciplinata
dalle regole, certo, le uniche che danno la possibilità di liberare nuove
e personali energie!

Corsi di calligrafia base in vari stili e con vari strumenti, l’insegnamento
del corsivo nella primaria, il recupero della propria personale grafia nella secondaria e negli adulti, lettering per gli studenti delle accademie o dei licei artistici… questi i miei luoghi preferiti per fare calligrafia.

E naturalmente anche il graphic design. Il mondo della grafica moderna però ha perso per strada molti degli elementi base per fare buon design, indispensabili secondo me per una buona comunicazione, un buon progetto, soprattutto quando si parla di lettering, di ideazione di logotipi, impaginazione ma purtroppo anche molto altro…
Il digitale è il regno del copia/incolla, del già fatto, del già risolto… ma non da te! E qui ‘sta il punto.

Siamo rimasti in pochi a comprendere, ad esempio, quanto la penna larga è alla base dei nostri font più belli, che noi ora diamo per scontati e quindi siamo sempre alla ricerca di altri, più nuovi, ma che ahimè spesso sono molto scadenti.

Per fortuna esiste ancora qualche pazzo, come me, che sa e crede quanto
è importante “l’utilità dell’inutile”, il dettaglio, tutto ciò che rappresenta
la bellezza e l’armonia nel senso più ampio del termine,. Insomma si resiste.

Saper riconoscere il bello è la nuova sfida, saper fare selezione tra gli elementi che utilizzeremo nel nostro lavoro, non farsi travolgere dai tempi troppo rapidi che portano solo a risultati superficiali, non lascirsi sedurre dalla giungla di informazioni e elementi grafici standard che possiamo trovare facilmente ma che spessissimo non sono frutto di un’accurata ricerca.
Alla fine si usa ciò che piace e non è proprio così che funziona nel nostro settore!

Incredibile ma vero, il training calligrafico affina queste antenne e allena straordinariamente occhio e mano.
Questo è quello in cui credo e che la calligrafia mi ha instillato, aprendomi tutta una serie di porte che comunque sento di non aver varcato ancora del tutto! Un nuovo workshop, una nuova ispirazione, un nuovo mondo da scoprire.
Infiniti mondi.

La calligrafia ha cambiato anche il mio modo di fare “arte”. Tutto ciò che creo per l’Interior è fortemente condizionato dal segno calligrafico.
Ogni composizione è ispirata: racchiude in sé messaggi e ricordi, ogni volta differenti perché influenzata anche dai colori che la avvolgono.
Tutto pulsa, tutto si muove, in una parola tutto vuole essere vita e la calligrafia lo splendido mezzo per esprimere il mio “io” in modo completo: vedo, sento, tocco, respiro. L’emozione si traduce in pensiero che poi si trasforma in segno grafico e infine viene offerto.

Composizioni al limite dell’equilibrio, lettere che ruotano, lettere generose, lettere severe, lettere che non stanno mai ferme a volte creando textures e suggerendo allo spettatore un’immagine già tutta sua, già di sua proprietà.
<< Messa da parte la menzogna e l’inutile tentativo di piacere a tutti i costi,
lo sguardo può volgere verso una sola direzione: la libertà.>>

La libertà è anche il comune denominatore dei Links, il movimento calligrafico indipendente, fondato da Laurent Pflughupt, a Parigi. Ho l’onore di far parte di questo gruppo e affiancare questo grande maestro di calligrafia e altri 8, in varie esperienze all’estero.
Performance live, meeting di confronto e scambio di esperienze, workshop, tutti insieme. Generosità e armonia sono le altre due cose che mi vengono in mente se penso a loro. Siamo 10 elementi. Un altro bellissimo modo di vivere la calligrafia.





Il mio punto di vista sull’attuale situazione della calligrafia nella società cosiddetta tecnologica.

La situazione non si presenta di facile risoluzione. Tutti ormai comprendiamo che la tecnologia è indispensabile nella nostra vita quotidiana e anche in quella dei nostri figli. 
I più sensibili e attenti però percepiscono che qualcosa non va nel suo utilizzo e che qualcosa sta cambiando i nostri giovani.

Se posso permettermi un consiglio, vi segnalo un acuto e preparato psichiatra, Manfred Spitzer, autore di un libro interessante, dal titolo molto esplicito: “Demenza Digitale”. Ci spiega semplicemente, con prove tangibili, risultati di esperimenti e ricerche concrete sulle persone, (no opinioni) quanto la tecnologia ci fa male e quanto il multitasking, elogiato e percepito da molti (se non tutti) come un pregio e una marcia in più, in realtà vuol dire fare
e farsi del male. Restare in superficie è il modus operandi e le competenze
non possono svilupparsi restando in superficie.
Una scarnificazione del pensiero.

Se siamo, però, tutti consapevoli anche del fatto che non si può tornare indietro e che la tecnologia utilizzata sapientemente ci può aiutare veramente, allora, come insegna il dott. Spitzer, << chi desidera che i propri figli diventino dei matematici o informatici, dovrebbe offrire loro giochi con le dita anziché computer portatili negli asili >>

E ancora << I risultati dei primi studi su questo argomento indicano che un’accresciuta digitalizzazione della scrittura, che fa la sua comparsa già nell’infanzia, ha conseguenze negative sulla capacità di lettura di bambini
e adulti… Rispetto all’approccio con la matita, l’apprendimento delle lettere attraverso la tastiera porta ad una difficoltà maggiore nel riconoscimento delle singole lettere… Se ne deduce che solo la SCRITTURA di lettere con una matita stimola tracce mnemoniche motorie che si attivano nella percezione delle lettere e ne facilitano il riconoscimento visivo. Questa ulteriore traccia di memoria visiva utile alla lettura non si attiva con l’uso di una tastiera, in quanto
il movimento di digitazione non ha alcun rapporto con la forma della lettera…

La scrittura manuale permette di apprendere meglio. Il pensiero, lo ripetiamo, ha sempre bisogno di una relazione concreta… Già il verbo COM-PRENDERE indica l’importanza dell’azione per l’apprendimento… Per farlo è necessario un addestramento intensivo alla MOTRICITA’ FINE IN ETA’ INFANTILE…
Un efficace lezione di lettura e scrittura, condotta sulla base dei principi neurobiologici di apprendimento, potrebbe addirittura contrastare la dislessia e la disgrafia, provocata da cambiamenti di regioni celebrali responsabili dell’elaborazione linguistica e spesso a loro volta causa di gravi ripercussioni sullo sviluppo individuale…>>

E infine << Proprio perché il computer evita agli studenti buona parte del lavoro mentale, come ad esempio la copiatura, esercita un effetto negativo sull’apprendimento>>.

Ovviamente sarebbe opportuno e auspicabile leggere l’intero libro perché penso sia davvero illuminante. Non vogliamo dichiarare guerra alla tecnologia
ma per lo meno sarebbe opportuno imparare a usarla come valore aggiunto
e non sottrattivo alle nostre capacità. Soprattutto quando si parla di giovani
e il loro futuro!
Da qui l’impegno a entrare nelle classi e aiutare/collaborare con le insegnanti a gestire il tutto con più consapevolezza.

Come? Con un intervento di rieducazione alla bella scrittura,
un’attenzione all’ordine, alla postura da tenere nel banco di scuola, alla visione e alla prensione corretta della penna.

Si inizia da qui. Ad esempio:
- fin dall’ultimo anno di asilo trattando la prensione corretta dello strumento ed esercitando la manualità fine
- solo alla fine del primo anno della primaria, inizio della seconda con l’introduzione del corsivo
- evitando di proporre 4 allografi contemporaneamente
- il tutto sviluppato in un tempo adeguato alla memorizzazione fino all’automatismo

Tanto per cominciare…

In questo modo, quando si richiederà velocità e ortografia, le lettere
non costituiranno più un problema e la mano potrà abbandonarsi a seguire
il flusso dei pensieri.

Il monitoraggio nel tempo è cosa saggia!
Almeno fino alla terza secondaria, con laboratori che possono proporre anche cose più creative, un accompagnamento alla personalizzazione della grafia, con la sostituzione dell’alfabeto tondo corsivo con uno più maturo e, ai loro occhi, più seducente e interessante.

Questo è il nostro lavoro nelle classi e le esperienze sono sempre gratificanti e assolutamente positive, con risultati a volte davvero sorprendenti!


Lunga vita alla calligrafia.

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